In questi giorni non ho molta voglia di scrivere, ma è tornata imperiosa la voglia di leggere. C'era uno (uno importante, mica uno così, eppure non mi ricordo chi fosse) che diceva che non voleva neppure parlare con chi aveva scritto più parole di quante ne avesse lette. Be', con me ci potrebbe parlare.
Dunque.
Ci sono in giro certi post incazzati (quanto ti capisco!), dubbiosi (in fondo basta scrollarsi di dosso l’io e tutto resta esattamente com’è, non credi anche tu?), divertenti ma… (quand’è che ci sentiremo veramente libere di essere donne?), che parlano di libertà (grazie per la citazione, io ne sono sempre più convinta), o di uva ed esseri umani (quando mia madre s'incazzava sul serio, con me bambina, mi diceva: adesso sconti l'uva e gli acini! Forse anche lei era giunta alla tua stessa deduzione), o di modi semplici di essere felici (a presto, Giulia), impegnati (ammiro la tua determinazione, in grado di sciacquare di dosso quella stupida indifferenza che ci attanaglia), di siciliani piemontesizzati ma mica tanto! (certe abitudini non cambiano mai, però ricordiamoci anche questa cosa qua), di dis-informazione (diviso perché ce ne sono due, come i modi di vedere e di trasmettere le notizie), che creano stacchi all’immortalità (c’è una cosa che non ti ho ancora detto: ma lo sai che sei proprio brava?), che riflettono sulla vita/morte (sin da bambina, io, ho maturato la convinzione che solo una persona che può morire adesso è realmente una persona, chissà voi cosa ne pensate?), che parlano di Milano (e io ripenso che per me Milano è solo Milano), … C’è tanto in giro, proprio tanto. E penso che mi piace questa cosa qua.
Poi.
Oggi ho riletto un libro che mi era piaciuto a suo tempo e mi piace ancora: Nudi e crudi, Alan Bennet. E, Scritto sul corpo, dello stesso autore, che non avevo ancora letto. (Circa cinque ore di viaggio, ben spese).
Ho letto, appena uscito (chiaro!): Sappiano le mie parole di sangue, Babsi Jones e ve ne parlerò perché merita un post, ma in questi giorni sono troppo dolente e incasinata e fra un po’ parto per Parigi. Intanto vi consiglio di acquistarlo, leggerlo e fare un salto nel sito-labirinto. E ho letto pure, oramai un po’ di tempo fa, New York 1920, di Laura Costantini e Loredana Falcone, e qualcosa bolle in pentola.
Ho ordinato per la quarta volta Il quaderno delle voci rubate di Remo Bassini. Remo, se leggi fammi sapere come faccio ad averlo. Non meno difficoltoso mi risulta l’acquisto di La famiglia immaginaria di Eva Carriego. E ho ordinato anche Tolbiac di Beppe Sebaste. Ho riacquistato, in libreria, assieme a vari nuovi fra cui un innominabile (non si sa mai!), Un uomo, Oriana Fallaci, ché la sister s’è presa il mio sostenendo ch’è suo (il peso della famiglia!). Sto aspettando che esca Ancora dalla parte delle bambine, Loredana Lipperini di cui avevo già scritto qua.
Ancora.
È on line il magazine speciale scuola di MenteCritica.
E pure il terzo numero di Randagi.
Dunque.
Ci sono in giro certi post incazzati (quanto ti capisco!), dubbiosi (in fondo basta scrollarsi di dosso l’io e tutto resta esattamente com’è, non credi anche tu?), divertenti ma… (quand’è che ci sentiremo veramente libere di essere donne?), che parlano di libertà (grazie per la citazione, io ne sono sempre più convinta), o di uva ed esseri umani (quando mia madre s'incazzava sul serio, con me bambina, mi diceva: adesso sconti l'uva e gli acini! Forse anche lei era giunta alla tua stessa deduzione), o di modi semplici di essere felici (a presto, Giulia), impegnati (ammiro la tua determinazione, in grado di sciacquare di dosso quella stupida indifferenza che ci attanaglia), di siciliani piemontesizzati ma mica tanto! (certe abitudini non cambiano mai, però ricordiamoci anche questa cosa qua), di dis-informazione (diviso perché ce ne sono due, come i modi di vedere e di trasmettere le notizie), che creano stacchi all’immortalità (c’è una cosa che non ti ho ancora detto: ma lo sai che sei proprio brava?), che riflettono sulla vita/morte (sin da bambina, io, ho maturato la convinzione che solo una persona che può morire adesso è realmente una persona, chissà voi cosa ne pensate?), che parlano di Milano (e io ripenso che per me Milano è solo Milano), … C’è tanto in giro, proprio tanto. E penso che mi piace questa cosa qua.
Poi.
Oggi ho riletto un libro che mi era piaciuto a suo tempo e mi piace ancora: Nudi e crudi, Alan Bennet. E, Scritto sul corpo, dello stesso autore, che non avevo ancora letto. (Circa cinque ore di viaggio, ben spese).
Ho letto, appena uscito (chiaro!): Sappiano le mie parole di sangue, Babsi Jones e ve ne parlerò perché merita un post, ma in questi giorni sono troppo dolente e incasinata e fra un po’ parto per Parigi. Intanto vi consiglio di acquistarlo, leggerlo e fare un salto nel sito-labirinto. E ho letto pure, oramai un po’ di tempo fa, New York 1920, di Laura Costantini e Loredana Falcone, e qualcosa bolle in pentola.
Ho ordinato per la quarta volta Il quaderno delle voci rubate di Remo Bassini. Remo, se leggi fammi sapere come faccio ad averlo. Non meno difficoltoso mi risulta l’acquisto di La famiglia immaginaria di Eva Carriego. E ho ordinato anche Tolbiac di Beppe Sebaste. Ho riacquistato, in libreria, assieme a vari nuovi fra cui un innominabile (non si sa mai!), Un uomo, Oriana Fallaci, ché la sister s’è presa il mio sostenendo ch’è suo (il peso della famiglia!). Sto aspettando che esca Ancora dalla parte delle bambine, Loredana Lipperini di cui avevo già scritto qua.
Ancora.
È on line il magazine speciale scuola di MenteCritica.
E pure il terzo numero di Randagi.