GLI ALTRI CASSETTI

lunedì 1 ottobre 2007

Ritorno.

Ho sempre sostenuto che il mio blog non è un diario.
Non lo è.
Eppure.
Eppure, finisce che vi confluiscano stati d’animo. È la croce di chi ama scrivere, forse. Ciò che senti s’insinua, inevitabilmente, fra le righe, a fermare quella sensazione che t’invade. E non si può che soccombere.

B. mi ha scritto: “…mi hai spiazzata, non so reagire di fronte a una te che dichiara pubblicamente una sofferenza…”. È stato un po’ il filo conduttore della maggior parte delle e-mail che ho ricevuto e per le quali vi ringrazio.

Sorridere, comunque, alla vita è l’impegno che ho preso quel quattro maggio di un po’ di anni fa. Fardello duro talvolta. Ma è quanto di meglio possa offrire al mondo e perciò torno ad affacciarmi ad esso con il mio sorriso. Quello che mi accompagna nelle intemperie e mi tira sempre fuori da tutto.

Non ho voglia di raccontare, ma voglio scrivere pubblicamente che nella brutta vicenda che mi ha coinvolta la polizia è stata efficace, tempestiva, professionale e umana al contempo. È importante scriverlo perché non è giusto sottolineare sempre e solo ciò che non funziona. Ci sono donne e uomini dietro quelle divise. Persone.