GLI ALTRI CASSETTI

venerdì 23 febbraio 2007

La ballata del Governo che fu. Seconda parte.

Sensazioni a pelle ne abbiamo avute tutti. Ne ho scritto qui, e lo ritrovo, affinato, in un pezzo di Michele Serra.
Si capisce, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve avere l’onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo. Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c’erano anche i baciapile, anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il tripo.

Non votiamo più l’ideologia da molto tempo. Votiamo un sistema, auspicando, ogni volta, che i politici abbiano imparato dagli errori dei competitori e di se stessi. A forza di prendere calci in culo ci siamo bevuti un proporzionale da incubo e ci siamo fatti dire da chi ha sostenuto per cinque anni che loro erano la maggioranza eletta e avevano il diritto di far pipì nel letto, che invece non era più così, senza mai domandare se ci avevano preso in giro prima o ci stavano prendendo in giro poi. E adesso ci berremo qualsiasi altra ipocrisia elettorale.
Non siamo un popolo normale.
Il panorama è angosciante, è osceno. Assistiamo, impotenti, a una forma odiosa di autoritarismo politico, come a dire: m’avete eletto e ora mi tenete alle mie condizioni. La legge elettorale non è che un mezzo, in via di ammodernamento ed evoluzione, per garantire sempre più potere ai partiti e impedire ai cittadini di avere veri rappresentanti. Il popolo è sovrano solo quando va alle urne, poi delega tutto e se per caso non se la sentisse di delegare, ci pensano i Berlusconi sì, ma anche i Prodi e i Napolitano a ricordare che una volta votati, gli eletti, son sovrani. E di fronte a questo, cosa le facciamo a fare le manifestazioni contro la base di Vicenza? Cosa le facciamo a fare le manifestazioni per la pace? Ma soprattutto, come possiamo pensare che afgani e iracheni siano veramente disponibili ad acquisire questa neo-democrazia?