Non me la sento di domandarmi e domandare se sia giusto morire a sedici anni per una disattenzione.
Federica aveva l’età di mia figlia e, immagino, la stessa voglia di conoscere la vita, addentrarvisi, sfidarla, stupirla… Non lo potrà fare. Non potrà rileggere i suoi diari pieni di strani amori e "che figo, che figo, che figo...". Non potrà ricordare la sua adolescenza e sorriderne. Vi è rimasta incastrata dentro, senza accorgersene, senza poter almeno capire che qualcuno stava tradendo la sua fiducia nel mondo. Quella fiducia, quell’ottimismo realistico che è un trend tipico della sua età.
Quanto ci costa questa superficialità diffusa? Si può quantificare il valore della vita umana?
Federica aveva l’età di mia figlia e, immagino, la stessa voglia di conoscere la vita, addentrarvisi, sfidarla, stupirla… Non lo potrà fare. Non potrà rileggere i suoi diari pieni di strani amori e "che figo, che figo, che figo...". Non potrà ricordare la sua adolescenza e sorriderne. Vi è rimasta incastrata dentro, senza accorgersene, senza poter almeno capire che qualcuno stava tradendo la sua fiducia nel mondo. Quella fiducia, quell’ottimismo realistico che è un trend tipico della sua età.
Quanto ci costa questa superficialità diffusa? Si può quantificare il valore della vita umana?
Ma, forse, oggi sono già altre le priorità.