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lunedì 8 gennaio 2007

Apocalypto: specchio primordiale del potere attuale.


La storia di per sé è banale. Come probabilmente ci apparirebbe la lettura di un qualunque racconto di vita primordiale.
Anche i dialoghi sono piuttosto semplici, ad esclusione della rappresentazione che il vecchio saggio fa del mondo futuro e della profezia pronunciata dalla bambina.
D’altronde non credo che la capacità linguistica, le esperienze, le consapevolezze storiche consentissero un dialogo più articolato. In effetti, tutto ruotava – e ruota nel film – attorno al territorio, alla caccia, alla procreazione, alla lotta per la vita. Uomini in condizione “ferina”: violenti? Certamente, ma si tratta di quella medesima violenza di cui non oseremmo “incolpare” un ghepardo, un leone, una pantera…senza cadere nel ridicolo. Uomini preda: correre, combattere, uccidere per salvarsi la vita, per garantire la sopravvivenza del gruppo, la prosecuzione della specie. Uomini cacciatori: correre, combattere, uccidere per garantirsi il diritto di un nuovo giorno.
Per rispondere alle polemiche dei giorni addietro, dico che di veramente atroce in questo film vi è solo la feroce similitudine con la violenza del potere attuale. E mentre perdiamo tempo a condannare un film, persone vere vengono realmente uccise in una guerra senza senso, bambini vengono lasciati soli innanzi a videogame che assegnano il massimo dei punti a stupratori e assassini e rapinatori, il video di un’esecuzione circola quasi senza difficoltà, e il presidente dello stato più potente del mondo identifica impunemente nell’esecuzione del rais la pietra miliare della democrazia occidentale.