Si è detto e scritto così tanto che mi sono chiesta se era il caso di aggiungere altre parole. Penso di sì.
Penso, innanzitutto, che una strage come quella di Erba non possa e non debba diventare un facile strumento politico. Ho letto e sentito che è colpa di Berlusconi e del Governo di destra che, soprattutto attraverso la Lega, fomenta l’odio razziale. Per quanto io ritenga che siano varie le colpe di Berlusconi e del suo governo (ma ben diverse dalle infamie sentite in questi giorni), per quanto non condivida le linee ideologiche leghiste, per quanto ritenga che tanto ci sarebbe da dire in proposito, trovo assurdo aderire allo show di questa politica che non si ferma neppure di fronte a una tragedia così devastante per l’intero Paese.
Penso che un atto così gratuitamente crudele non possa e non debba diventare un facile strumento mediatico. Ho seguito trasmissioni, ho letto giornali, ho ascoltato la radio… ho assistito impotente a una corsa al dettaglio, come se cambiasse qualcosa appurare i particolari di tale efferatezza, come se non fosse sufficiente la morte di tutta quella gente.
Penso che la crudeltà e la fredda premeditazione di una strage non possa e non debba diventare un facile strumento di analisi psicologica. Ho sentito da più parti psicologi e pseudo-psicologici avanzare ipotesi, opinioni, supposizioni… che, perlopiù, individuano nella mancanza di maternità dell’assassina una delle possibili cause, come se dovessimo guardarci le spalle da ogni donna sterile.
Soprattutto, penso che non possiamo e non dobbiamo dimenticare che tutto questo è accaduto nel nostro cortile. Nel cortile di un’Italia che, evidentemente, deve rivedere le sue priorità in materia di tolleranza, di rapporti, di sentimenti. Nel cortile di un’Italia devastata, colpita nel cuore, massacrata da due assassini freddi e crudeli, senza attenuanti, senza sconti che ci hanno tolto anche quell’ultima speranza di fiducia nel prossimo, che ci costringeranno a guardare con occhi sospetti la tranquilla signora della porta accanto.
E mentre la Giustizia farà il suo lento, burocratico corso, mentre i media stresseranno la notizia fino a non poterne più, fino a quando la vivremo alla stessa stregua di un intermezzo pubblicitario nel bel mezzo di un film, mentre i politici piangeranno lacrime fasulle e i preti parleranno di un improbabile perdono…io accuso questi criminali di avermi ferita nella mia quotidianità. Di avermi tolto la serenità del rientro a casa.