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martedì 31 luglio 2007

Essere scrittori.

Troppo spesso si parla di editoria, con speranza, con cinismo, con vittimismo, con arroganza, con saccenza, con profonda conoscenza, con invadenza, con invidia… ma poco si riflette su chi è lo scrittore. Scrittore non si nasce (il talento è un’altra cosa), scrittori si diventa. Lo si diventa sperimentando, talvolta provocando, talvolta stupendo, e tante volte sbagliando. Questo è l’esercizio quotidiano dello scrittore, secondo me. La nuova editoria a pagamento ha annientato questo atteggiamento, da un lato umile e dall'altro da guerriero fiero, che lo scrittore deve avere, al di là del genere che preferisce (se scritto bene, un libro troverà comunque il suo pubblico). Penso che l’abbia annientato perché oggi anche lo scribacchino si pensa scrittore e sin dal primo libro non accetta di mettersi in discussione, non accetta un no, non rivede ciò che ha scritto: semplicemente “lo pubblica lo stesso”. Non discuto sul fatto che fra i “libri ad ogni costo” possa esserci del buono e possa celarsi del talento, ma temo che questa nuova prassi faccia dimenticare la sperimentazione, la necessità di cancellare, ritornare indietro, riscrivere. Sono stata cresciuta da una donna che non sapeva neppure scrivere la parola “femminismo”, non sapeva scrivere, non sapeva leggere. Eppure mi ha insegnato una cosa fondamentale e me l'ha insegnata a prescindere dal mio essere maschio o femmina: essere produttivi, attivi, mettersi in discussione, sperimentare i propri atteggiamenti e correggerli anche contro l'orgoglio quando sono sbagliati. Lei mi diceva sempre: devi sputare sangue sulle cose che fai, solo così le potrai ritenere tue e se ti sembra che gli altri non ti capiscano e non ti apprezzino è perché non hai fatto abbastanza. Di qui alla convinzione che tocchi sputare sangue su ciò che si scrive il passo è breve. Perciò io apprezzo le persone che fanno, che agiscono, che scrivono, mettono in rete, fanno leggere, discutono, correggono se occorre, puntualizzano magari ma dentro di sé riflettono.

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