GLI ALTRI CASSETTI

domenica 22 luglio 2007

XX & XY: lettura consigliata a un pubblico adulto (preferibilmente intelligente).

[Forse sì, forse ho generalizzato, ma vi domando di scrutare a fondo e di osservare e indagare, osservare e indagare, osservare e indagare. Una generalizzazione che vuole muovere una riflessione io la concedo a me stessa senza chiamarla incoerenza, e voi?]

Le dieci e mezza di sera. In estate è ancora presto per tornare a casa, anche se hai quindici anni. Soprattutto se abiti in una città di mare. Sulla riviera Nord, quella che da Pescara porta a Montesilvano, dall’Orsa Maggiore in poi, ché prima ci stanno solo famigliole che leccano gelati e inseguono bambini su minuscole bici colorate, le vedi. Hanno la pelle abbronzata, indossano minigonne e magliettine aderenti. Sono belle, fresche, luccicanti sopra e sotto il make up. In vetrina, ma non sono puttane. Le puttane stanno dall’altro lato della strada. Hanno la stessa età, sono vestite allo stesso modo, ma stanno dall’altra parte della strada. Sul lungomare, scivoloso per la sabbia portata dai bagnanti, loro sculettano spensierate. Non sono puttane: sono adolescenti. Giocano con la malizia che hanno appena imparato e stanno assaporando il loro essere femmine. Come cuccioli di felino che celano nel gioco il loro futuro di predatori, sperimentano la sensualità. Con la stessa naturalezza dei cuccioli di felino, lottano istintivamente. Quindici anni e sulle spalle il peso del nuovo perbenismo che le etichetta, senza ascoltarle, come vuote veline denudate di ogni moralità e intelligenza. Poco importa che, a scuola, siano le più brave, le più attente, le più coinvolte, le più attive, le più propositive. Sono solo piccole femmine che suscitano desideri e istinti irrefrenabili. Irrefrenabili per chi? Forse vale la pena domandarselo. Per il nuovo maschio? No. No perché non c’è un nuovo maschio. Questo è il problema: le donne cambiano, tentano di cambiare, ma i maschi restano quelli di sempre, anche quando apparecchiano la tavola e vanno a prendere i figli a scuola; lo fanno per sentirsi e sentirsi definiti evoluti e moderni, non perché sentano di far parte di uno stesso sistema.
È solidarietà non e coscienza.
Quando lo dico e quando lo scrivo sono, prima e più dei maschi, le femmine a ribellarsi. Non sono tutti uguali, non il mio uomo! E invece sì, care persone che avete il mio stesso intreccio di cromosomi. Sono esattamente come gli altri. Un po’ più furbi, ma come gli altri. E non pensiate di averne educato almeno uno. Lui, il vostro lui, si è semplicemente adattato. E stiate certe che, quando incrociando le adolescenti-veline, esclamerà: “Che fine ha fatto il femminismo?”, intenderà semplicemente sottintendere che, lui, quelle adolescenti se le farebbe eccome, ma non è colpa sua ché è maschio e quindi gli tira, è colpa loro e del loro essere svestite e provocanti. Ma com’è, care persone con una y in più e una x in meno, non lo sapete forse com’è fatta una femmina? Com’è che a vederla nuda vi bolle il sangue e vi si rizza? Culi e tette ce n’è in abbondanza, in ogni dove, eppure non smettete di cercarli: sulle riviste patinate lucide, in televisione, sul web, sui seipertre e sul lungomare. È da quando esistiamo che siamo fatti così: voi il grillo e noi la passera. Eppure!
Care donne che vi ribellate all’ovvio, guardate attentamente e capirete che non lo avete affatto educato il vostro lui. Al contrario, lui ha educato voi a considerarvi diversa, al di sopra delle puttanelle. Vi ha assorbite nel suo credo e rese cieche di fronte all’evidenza. Vi ha regalato il sogno dell’uguaglianza e voi lo ripagate a caro prezzo perché ci rimettete in dignità.
Com’è che un architetto è un architetto se i suoi cromosomi sono xy, ed è un “architetto donna” se i suoi cromosomi sono xx? Com’è che uno scrittore è uno scrittore e una scrittrice deve spiegare perché scrive? Com’è che un uomo è pragmatico e una donna ha il pragmatismo di un uomo? Com’è che l’uomo è virile e la donna è puttana? Com’è che (nella maggioranza dei casi) a morire da stronzi gli uomini ci vanno in guerra e per spacconaggine e le donne per violenza subita dagli uomini? Sono le
statistiche a parlare. Sono i fatti. E i fatti, ancora oggi, inducono a dover dare spiegazioni che dovrebbero stare ficcate nella testa di tutti (senza distinzione di x e di y) sin dai primi secondi di vita. Com’è che ridete compiaciuti della perspicace intuizione di Oliviero Toscani (mi pare) per cui i tacchi a spillo sono, nell’immaginario collettivo, inversamente proporzionali all’intelligenza?
E a voi care donne domando: come potete sopportare di dover rinunciare alla vostra reale femminilità, che è dote naturale (giacché tanto si è parlato ultimamente di natura, o vale solo per gli omosessuali?) e significa essere libere di essere donne, a favore di quella che vi hanno cucito addosso e convinto che sia "la femminilità"?
[NevroticaMente vostra]