Vi invito a leggere i racconti già pubblicati:
Il vero nemico
scritto da Francesco
Due canzoni ricordo della mia giovinezza, due frasi che hanno lasciato un segno tanto profondo da sembrare cicatrici bianche di frustate nella carne dell'anima.
Una era un verso del "Cantico dei drogati" di Fabrizio De Andrè, quello in cui racconta di "folletti di vetro / che mi spiano davanti /che mi ridono dietro...". Tutta la canzone era una visione allucinata della realtà, che solo molto dopo ho collegato con un principio di alcolismo con cui Fabrizio stava facendo i conti. Per me era la negazione della vita, la sublimazione del dolore dell'esistenza portato all'estremo, le corde del violino nel Trillo del diavolo che si spezzano una ad una... anche se l'ultima reggeva sempre.
L'altra, del tutto diversa, era... (leggi)
Brindisi
scritto da Assu
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Ha appreso da poco che c’è una cosa che si chiama scrittura.
I grandi coprono fogli di segni. Questi segni sono allineati e organizzati in gruppi. Le piacciono soprattutto quelli che vanno in su e quelli che vanno in giù. Gli altri sono un pochino noiosi. Si esercita a riempire pagine e pagine di segni che crede essere molto simili a quelli dei genitori. Fa gruppi di segni più corti e più lunghi, come i grandi, ma sta attenta ad includerne sempre parecchi che vanno su e parecchi che vanno giù, così che la sua scrittura risulti più interessante per chi la legge. È rimasta momentaneamente delusa dal ... (leggi)