Un passaggio veloce per invitarvi alla lettura del mio racconto selezionato da Barbara Garlaschelli e Daniela Losini per l’interessantissima iniziativa “Corto si può fare”.
mercoledì 23 gennaio 2008
venerdì 18 gennaio 2008
Pensando a voi.
La deformazione professionale m’imporrebbe l’arte delle public relations, ma io non ne ho voglia. Scrivo sul blog in ritagli di tempo che rubo al tempo che non mi basta mai. Già: il tempo!
Una riflessione di noantri sul corteggiamento del maschio alla femmina. Non nuova, ma ben scritta. Interessante leggere i commenti. Fra questi ne trovo uno che mi fa cascare le braccia. Dice così: “Ma voi ve lo siete mai chiesti cosa pensa una donna la prima volta che esce con un uomo? Meditate, gente, meditate... Perchè potreste avere delle sorprese, oh sì sì sì !”
È una donna che lo scrive. Una di quelle che pensano che per essere rispettate dagli uomini bisogna mutuarne il format sessuale.
Come spesso accade, il blog della “Vipera” l’ho scoperto per caso. Ed è stato un bel scoprire. I due post sul matrimonio alla barese, per esempio, hanno accentuato la mia assoluta indisposizione alla partecipazione alle feste nuziali e accresciuto la necessità di elaborazione di scuse sempre più creative per giustificare l’astensione da braciabbraccitantiauguri e naturalmente figlimaschi!
Un bel post sulle "parole dette con le mani", da Remo Bassini. (Mi ha fatto ripensare a mio nonno Domenico. Lui sosteneva che "le mani di un uomo che non ha mai lavorato, non saranno mai le mani di un uomo perbene".)
Scompartimento per lettori e taciturno è un blog che leggo da parecchio tempo. Un blog che non stanca mai. C’è amarezza in questo post, ma c’è, soprattutto, una visione ampia di sé, un interrogarsi che mi è piaciuto moltissimo. Forse ci dovremmo soffermare più spesso su ciò che, a un certo punto, non facciamo più.
Scrive
assunta altieri
alle
10:04 PM
Categoria: segnalazioni, taccuino
mercoledì 16 gennaio 2008
Sullo scrivere e sul leggere.
- «Ma curiosamente, il fatto di dover scrivere delle cose che vedeva, la preoccupazione, l'angoscia quasi, dava alla sua mente una capacità di selezione, di scelta, di essenzialità per cui sensato e acuto finiva con l'essere quel che poi nella rete dello scrivere restava.»
Da "Varietà di esilio" di Mavis Gallant
- «I racconti non sono capitoli di un romanzo. Non vanno letti uno dopo l'altro. Leggetene uno. Chiudete il libro. Leggete qualcos'altro. Riprendete il libro dopo un po' di tempo. I racconti sanno aspettare.»
Segnalazioni
Da Remo Bassini, un altro interessante articolo di Ciro Paglia.
Da Orasesta, un Calvino attualissimo.
Da Barbara Garlaschelli, i racconti di "Corto si può fare".
Viene col freddo, una poesia di Cristina Bove.
sabato 12 gennaio 2008
Thinking Bloggers
In questo periodo, francamente, sono io che sto pensando al blog. Mi sono domandata, ad esempio, se serva e quanto e se, al contrario, non sia altro tempo rubato alla vita reale. Perché, in fondo, in rete, ce la cantiamo e ce la suoniamo fra un esiguo numero di persone, sovente di buona cultura e di vedute piuttosto ampie. Ma pur sempre un gruppo esiguo. L’idea di rete, come network di conoscenze e saperi, è ancora lontana dalla blogosfera italiana, troppo legata alla messinscena della “famiglia”. Ci portiamo dietro il retaggio mafioso-cattolico dell’andazzo italian-paesano e ci circoscriviamo in circuiti intellettuali spesso ghettizzanti e ghettizzati.
Non so se merito la nomina di Laura & Lory e quella di Dandapit. Non lo scrivo per sentirmi dire il contrario e, naturalmente, le ringrazio per aver segnalato Il Cassetto delle Idee Libere. Lo scrivo per leggerlo e ritrovarlo e riflettere su ciò che posso fare io con questo spazio, per cercare di renderlo sempre più “pensato” e di stimolo al “pensare”.
A questo punto dovrei nominare cinque blog.
Non lo farò: i blog che leggo, che appaiano o meno nell’elenco dei link (non ho il tempo di aggiornarlo) mi forniscono, quasi sempre, spunti di riflessione. Nominerò un solo blog, non perché sia più “pensante” di altri, ma perché ha il coraggio di non nascondersi dietro alcun paravento di varietà letteraria e di tematizzare senza il timore di stancare. Si tratta di Sorelle d’Italia. E segnalo un blogger che ha scelto il silenzio. Un silenzio che di spunti per pensare ne offre moltissimi.
Partecipare se si è stati nominati
Indicare 5 blog che hanno la "capacità di farti pensare"
Scrive
assunta altieri
alle
12:02 PM
Categoria: thinking bloggers
venerdì 11 gennaio 2008
Vale tanto oro quanto pesa.
Si parla, adesso, delle pecore e delle bufale di Acerra e di Brusciano, e di tetraclorodibenzo-p-diossina. Domani è un altro giorno però, e gli scandali alla “Corona” torneranno a riempire le pagine dei quotidiani e a tormentarci con special televisivi. Le strade di Napoli sembreranno pulite e si dimenticherà. Tanto poi si può sempre dire che Napoli non cambierà mai!
La monnezza ci sommergerà e noi continueremo a farci raggirare e continueremo a parlare del contorno. Senza domandarci cos’è che possiamo fare noi. Continueremo a scartare chili di inutili pack, belle e scintillanti confezioni. Tanto il problema è di Napoli!
Scrive
assunta altieri
alle
11:48 PM
Categoria: attualità e opionioni, sud
giovedì 10 gennaio 2008
Scambio di generi.
Poi.
Io scrivo, anzi no Diego scrive, ma non è Diego. Spiego: io sono un uomo che scrive a Diego che è una donna. Insomma: la risposta e qui sotto.
- Mia cara,
- talvolta mi chiedo se mi scrivi perché sei convinta che io sia diverso, o perché vuoi convincermi che l’amore non sia affatto un’eccezione. Che, al contrario, sia un punto essenziale di quella strana retta che è la vita e che le bolle di sapone possono solidificarsi; diventare sfere di cristallo.
- Non ti sorprendere, Elena, ma l’altra sera, quando sei, anzi quando siete andati via, io non ho immaginato nulla. Ho sorriso, forse – francamente non lo ricordo – per salutarti. Eravamo tutti insieme e – questo me lo ricordo, invece – Gianni stava raccontando del suo ultimo viaggio. Mi stavo godendo la serata. Mi sembrava che si stesse bene. Hai detto che tua madre aveva bisogno di vederti e non mi è sembrato strano. Succede! Che fosse una scusa l’apprendo adesso.
- È questo il punto, mia cara, spesso tu immagini che altri immaginino che tu immagini… troppo complicato amica mia: i rapporti sono più lineari per noi maschi, se è di maschi e femmine che vuoi sentirmi parlare.
- “Dove stiamo andando, io e te?”, che domanda è? Non trovo parole che possano soddisfare la tua esigenza di sentirti rassicurata. Se non trovi in te le rassicurazioni di cui hai bisogno, allora non le avrai da me.
- Mia sorella, una volta, mi ha domandato: Come fai a capire se un uomo è innamorato? Non le risposi. Qualche volta mi torna in mente la sua insicurezza di allora, il bisogno disperato di sentirsi rassicurata, di sentirsi amata per sentirsi poi libera di lasciarsi andare all’amore. Strano! Io penso che le cose vengano da sé, che non sia possibile programmare l’amore. E gradirei di gran lunga andarmi a fare due spaghetti con la donna con la quale sto bene, piuttosto che incamminarmi sognante verso una meta sconosciuta.
- Non so cosa dire, Elena, perché ciò che mi stai scrivendo è che hai bisogno di un “ti amo”, o quantomeno di un “potrei amarti”, per sentirti libera di ruzzolare. Cosa potrei fare o dire senza offendere la tua sensibilità femminile o il tuo assai opinabile femminismo? Non cadrò nella tua trappola, mia cara. Posso esserti amico, ma non posso farti da voce della coscienza. Il tuo amico.
Scrive
assunta altieri
alle
11:34 PM
Categoria: scambio di generi
martedì 8 gennaio 2008
Perché?
È innato, nella donna, il senso di maternità. Dunque questa Società (il Sistema!) deve darle l’opportunità di figliare a mitraglia. Ma quale diritto univoco all’aborto!? Non è umanamente possibile che una donna non voglia figli: è un desiderio insito nella “femminilità”.
È difficile accettare, per un uomo, che il suo seme prezioso vada sprecato o – non sia mai! – “raschiato”. Decine, centinaia di bambini nati e ammazzati dalle guerre degli uomini (forti, soldati, difensori della patria e dei valori) non suscitano tanta amarezza quanto la non morte di un essere mai nato. Perché?
sabato 5 gennaio 2008
Eibhlin non lo sa
Quando ho avuto il libro fra le mani sono stata contenta. Poi m’è presa l’angoscia.
- E se non mi piace?
- Se non ti piace, amen… ha detto mamma.
- Glielo devo dire?
- Cosa?
- Se non mi piace, glielo devo dire?
Sintesi della risposta di mamma (troppo lunga e filosofica!!!): bisogna dare una spiegazione a ciò che non ci piace, anzi soprattutto a ciò che non ci piace. Altrimenti è troppo facile!
(Io ho capito questo!!!)
Invece il libro mi è piaciuto al punto che dopo averlo finito ho letto anche New York 1920 e sono alla ricerca di Roma 1944. Lo sposo di guerra.
Ma veniamo a Eibhlin non lo sa.
È indubbio! Subisco il fascino dell’Irlanda e del Mito.
In Eibhlin non lo sa c’è l’Irlanda e c’è il Mito. C’è il fanatismo cattolico e c’è la strega. C’è una filosofia di vita che mi sta molto a cuore: lascia che le cose accadano.
Eibhlin è una strega, è una donna che sa amare se stessa e la sua voglia di vivere la sua vita (nel bosco, a contatto con la natura) anche più del suo essere innamorata.
Devo stare attenta a non svelare troppo, però!
Avrebbe potuto essere il mio personaggio preferito… ma … ma Tara è quella che più mi ha colpito. Tara, secondo me, somiglia molto a me (o dovrei dire a noi adolescenti) perché ha una profondità che lei stessa non sa di avere, anzi rifiuta di avere. Tara nella sua infinita “lotta” contro suo padre, per essere del tutto diversa dal modello che lui ha disegnato, finisce col confinarsi in un vortice di lustrini, denaro, frivolezza. Tutto è apparenza in Tara, ma non Tara stessa.
Lei è reale. È una ragazza di questo tempo, come tutte noi che ci ritroviamo immerse in pensieri grandi, troppo grandi, e li seppelliamo sotto le magliette colorate, i piercing, i jeans griffati…ma sotto al luccichio c’è la scorza che protegge un cuore.
È un romanzo d’amore sì, ma che cosa c’è di male nell’amore? Io ho voglia di crederci, di sognare, di sperare…
Seasamh, il dottore di cui Tara si innamora e che ama Tara è un personaggio positivo … non solo perché è un gran figo (che non guasta!) ma soprattutto perché è per lei uno specchio che riflette il suo io più nascosto. E ce ne vorrebbe di gente che sappia guardare dentro di noi!!!
Insomma, se non si fosse capito: mi è piaciuto.
Leggete e amate.
giovedì 3 gennaio 2008
Legge 194/78 - Il popolo ce l'ha data e nessuno la tocchi.
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assunta altieri
alle
11:28 PM
Categoria: io la penso così
Anno che viene, Donna che muore!
Duana è morta, uccisa da un colpo di pistola al petto.
Non darò fiato alle miserevoli considerazioni che già stanno popolando la rete e che rivendicano il risarcimento al popolo rumeno criticando la poca visibilità che il fatto ha avuto e immaginando una diversa indignazione se a morire fosse stata una donna italiana, né le emerite stronzate che popolano le menti più ignoranti e grette giacché il fatto si è “consumato” al Sud.
Un’altra donna è stata uccisa da un uomo: questo è il fatto. Permettere che i fatti vengano deviati dai pregiudizi è gravissimo. Permettere che i fatti vengano infangati da un punto di partenza errato non porterà mai a una nuova storia.
Scrive
assunta altieri
alle
5:31 PM
Categoria: attualità e opionioni, donne
mercoledì 2 gennaio 2008
Chi ben comincia...
E se vi siete persi il Discorso alla Nazione… potete scegliere fra quello istituzionale e quello alternativo.
Intanto: sono felice di annunciarvi che IL CASSETTO DELLE IDEE LIBERE è fra i più letti dagli italiani... o quasi! Grazie Eva: è reciproco, lo sai. :)
- Corto si può fare: iniziativa di Barbara Garlaschelli e Daniela Losini. (Dal blog di Remo Bassini.)
- Auguri a Jessica e il nuovo romanzo on line (Dal blog di Laura et Lory.)
- Un regalo per Babbo Natale? (Dal blog di Diego D'Andrea.)
- Orgasmo femminile? Naaaaaaa...è sicuramente una malattia! (Dal blog di Bhuidhe.)
- Un racconto. (Dal blog di Angelo.)
- Una poesia. (Dal blog di Cristina Bove.)
Concludo segnalandovi il bel post di Beppe Sebaste: Se cerchi la civiltà chiedi alla polvere.
Scrive
assunta altieri
alle
10:50 PM
Categoria: segnalazioni