Non prometto di non scrivere più i miei personalissimi pensieri sulla Chiesa perché è troppo forte la spinta a "parlare e ribadire" in un tempo che scivola sulle questioni e punta sull'enorme quantità di informazioni per distogliere l'attenzione del pubblico, ma almeno per qualche giorno, se non altro perché sarò fuori, vi lascerò in pace.
Intanto, circa i preti pedofili, vi lascio un significativo passo del Vangelo. Ricordavo di averlo letto e l'ho cercato e ritrovato: «Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizzerà anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da un asino, e fosse gettato negli abissi del mare» (Mt 18,5-6; Mc 9,42; Lc 17,1-2)
E se non fosse chiaro, lo dico pubblicamente: quello della pedofilia è un problema che sento molto perché l'ho vissuto sulla mia pelle e so cosa significa portarsi dentro una vergogna che è difficile non sentire propria.
Questo è il motivo per cui - scusandomi in anticipo - non risponderò ai commenti a questo post. Non è più di una pacca sulla spalla che ho bisogno e neppure di parole di conforto, quelle servivano molti anni fa. Ciò di cui ho bisogno è che si prenda realmente coscienza del problema e che si smetta di occuparsene a intermittenza, ora sì ora no ora sì ora no a seconda di come gira il vento dell'informazione malata di protagonismo politico variamente colorato.