Di donne parla Dandapit nel suo dialogo senza tempo fra madre e figlia, di donne parla Laura nel suo post/segnalazione che da un lato riporta al toccante pezzo di Daniela Tuscano e d’altro lato pone una domanda:
Perché gli uomini odiano le donne?
È proprio da questa domanda che parte la mia riflessione. Io credo che non si tratti di odio ma di una forma malata di amore che, senza tregua, conduce al possesso. Gli uomini non odiano le donne. Gli uomini amano le donne, ma non sanno accettarne un rifiuto. Non sanno accettare di non essere corrisposti in affetto o – più spesso – in passione e attrazione. I fatti di cronaca denotano sempre l’uso della forza, variamente esplicata, che scaturisce in varie tipologie di violenza. Lo stupro è la più plateale dimostrazione di possesso. Sono più forte, ti possiedo. Né lo stupratore si domanda quale inferno potrà scatenare nella donna stuprata giacché questo pensiero non fa parte del pensiero maschile. Perché mai una donna dovrebbe starci male? Cosa sarà mai una scopata? Per il maschio è pur sempre una scopata. Non è una questione di consensi è solo una questione di desiderio e godimento. E una scopata va portata a buon fine: l’orgasmo di lui. Poco importa, nello stupro come in un normalissimo rapporto fra consenzienti, l’orgasmo di lei. Tanto, le donne fingono!
Non posso pensare che si tratti – oggi - di retaggio culturale, perché di parità si parla da prima ancora che io nascessi, una parità che, biologica come la diversità, si è fisiologicamente espressa ed imposta. Né ritengo che gli uomini non riconoscano alle donne pari diritti e doveri. Ciò che manca è la pari dignità. E la cosa terrificante è che molte donne, abbagliate dalla ricerca di una parità/uguaglianza, dimenticano la pari dignità. La dimenticano al punto di accettare le svilenti ed offensive quote rosa. Cosa c’è di più squallido di esserci per una doverosa percentuale di appartenenza? E si sono talmente chinate a questo squallore che ne hanno ricevuto in cambio l’unica risposta nota al mondo maschile: sono state trombate! Trovo tutto ciò decisamente più offensivo di una velina senza veli perché attraverso il sistema politico si definiscono i ruoli reali della donna, mentre poco m’importa di ciò che fanno le veline. La mia dignità sta nelle mie mutande e non nelle loro. La mia vita di donna, di madre, di professionista... di persona, invece, sta nelle mani della legalissima pornografia politica.