Nel mio universo professionale si dice che nessuna idea è originale al punto di non poter essere pensata da altre decine di persone. È il tempo il vero spartiacque fra chi fa e chi ha voglia di fare.
Fare e fare subito, dunque.
È successo per “Una fiaba per Gramos”. Ci stavo lavorando, ne avevo dato qualche anticipazione alla mia amica Jane (Bhuidhe) e avevo vagamente annunciato a Morgan un progetto ispirato da lui. Avevo già una primissima bozza.
Oggi, apro la posta e trovo una bella e-mail di Sabrina Campolongo: annuncia l’iniziativa lanciata sul suo blog.
E invece, a ben rifletterci, non c’è nulla di incredibile. Morgan ha tenuto duro, come suo solito. Ha focalizzato l’obiettivo ed è andato avanti. Va avanti. Scrive, bussa, chiede, sprona… agita gli animi e sciacqua via quel velo di apatica indifferenza che si traveste di razionalità.
Ho riflettuto parecchio sulla questione “Gramos”. Inizialmente, come per Benito (altro caso portato avanti da Morgan con tenacia), sono stata tentata di fare un bonifico di cinquanta euro. Poi mi sono detta che non è così che si risolvono le cose, che bisognava trovare una soluzione per tutti i Gramos e non solo per uno di loro, così perdendo tempo prezioso. Sprecandolo fra le ramificazioni burocratiche di un sistema politico e assistenzialista che non funziona, o, quantomeno, funziona solo per chi ha tempo. E Gramos non ne ha. Quindi, domani mattina farò la mia piccola donazione, consapevole che non è sufficiente a lavare i mali del mondo, né a lenire le piaghe che questa vita così ingiusta e ineguale apre nella mia anima che si scopre, talvolta, capace di emozionarsi.
Oggi, apro la posta e trovo una bella e-mail di Sabrina Campolongo: annuncia l’iniziativa lanciata sul suo blog.
Incredibile! – penso.
E invece, a ben rifletterci, non c’è nulla di incredibile. Morgan ha tenuto duro, come suo solito. Ha focalizzato l’obiettivo ed è andato avanti. Va avanti. Scrive, bussa, chiede, sprona… agita gli animi e sciacqua via quel velo di apatica indifferenza che si traveste di razionalità.
Ho riflettuto parecchio sulla questione “Gramos”. Inizialmente, come per Benito (altro caso portato avanti da Morgan con tenacia), sono stata tentata di fare un bonifico di cinquanta euro. Poi mi sono detta che non è così che si risolvono le cose, che bisognava trovare una soluzione per tutti i Gramos e non solo per uno di loro, così perdendo tempo prezioso. Sprecandolo fra le ramificazioni burocratiche di un sistema politico e assistenzialista che non funziona, o, quantomeno, funziona solo per chi ha tempo. E Gramos non ne ha. Quindi, domani mattina farò la mia piccola donazione, consapevole che non è sufficiente a lavare i mali del mondo, né a lenire le piaghe che questa vita così ingiusta e ineguale apre nella mia anima che si scopre, talvolta, capace di emozionarsi.