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domenica 2 dicembre 2007

Quel che mi piace scrivere. Un nuovo racconto. Libri letti e "i tradimenti di Remo".


Mi piace scrivere di cose vere, che mi accadono attorno e che non riesco a non fermare sullo schermo. Questo è quello che voglio fare. Perciò, da oggi apro una nuova sezione: Racconti tratti da storie vere. Il primo è questo: versione web versione pdf.



In questi giorni ho fatto tante cose e letto molto. Ad esempio:

La donna che parlava con i morti, di Remo Bassini, che romanza il nostro Paese tracciandone, attraverso gli occhi di Anna Antichi (semplice commessa in una libreria o investigatrice privata?) un quadro fra il realistico e l’esagerazione, dove però l’esagerazione non è una debolezza dello scrittore, ma, al contrario, l’attenzione che Bassini ha verso il comune scorrere delle “cose che accadono” nelle vene degli italianissimi personaggi.


Questa Anna Antichi, - pensavo man mano che leggevo - non mi piace per nulla. Certo, anche io, da bambina, sognavo di fare la poliziotta o l’investigatrice privata ché leggevo tanti gialli allora. Però questa donna che se ne va in giro a sproloquiare “cazzi” e “battute su culi e tette”, proprio non mi piace. Questo pensavo e non sopportavo il suo amore così remissivo, così accondiscendente. Eppure Anna Antichi è il ritratto della maggior parte delle donne: confuse fra l'odor vago di femminilità e una parità che allocano nel linguaggio “cazzuto”. Anna Antichi, piano piano, mi ha conquistata con la sua forza fragile che, man mano perde la fragilità e non si nasconde più dietro al luogo comune, dietro alla caricatura dell’uomo, ma acquista tutta la sua concretezza di persona. Bella lettura.
Sul tradimento.
Vi è un tema ricorrente nei tre libri di Remo Bassini che ho letto (Il quaderno delle voci rubate, Dicono di Clelia, La donna che parlava con i morti): il tradimento ha una sfaccettatura che “tradisce” il comune sentire. Non lo vede, lo scrittore Bassini, come tradimento verso l’altro ma come tradimento verso i figli. Un tradimento che crea fratture profonde nel traditore: ne “Il quaderno delle voci rubate”, Giuseppe Valletti, molestatore, si suicida lanciandosi sotto un treno merci, per non affrontare lo sguardo di suo figlio di 12 anni; ne “Dicono di Clelia”, il dottore sarà il papà-carogna di una adolescente che lo ha sorpreso con una donna diversa da sua madre e che non si toglierà quell’immagine dagli occhi; ne “La donna che parlava con i morti”, Mario Tasti perderà ogni rapporto con il mondo esterno per aver provocato il suicidio del figlio che lo aveva sorpreso con una delle sue giovani conquiste.

La sovrana lettrice, di Alan Bennett, che consiglio a lettori attenti, scrittori e aspiranti tali (…La mattina dopo Sua Maestà aveva il naso chiuso ed essendo libera da impegni disse che rimaneva a letto perché sentiva i primi sintomi dell’influenza. Non era da lei e non era neanche vero; ma così poteva continuare a leggere il suo libro. «La regina ha un leggero raffreddore» fu la notizia ufficiale comunicata alla nazione. Non lo sapeva nemmeno Sua Maestà, ma quello fu il primo di una serie di compromessi, non sempre di poco conto, che la lettura avrebbe comportato…).
Una nota di merito è di Ilaria, verso Ehibheln non lo sa, di Laura Costantini e Loredana Falcone. So che ha deciso di scriverne e quindi non aggiungo altro.