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sabato 15 dicembre 2007

Randagi Cinque.


Randagi Cinque [file pdf, 392Kb]

Ciò che penso è che Randagi raccolga racconti belli, pensieri, sentimenti. Ogni volta che ricevo un nuovo contributo mi capita di entrare in un mondo di emozioni. Leggo. Mentre leggo mi domando: Li leggeranno anche gli altri?
Spesso in rete si “sente” che i racconti on line sono di difficile lettura, che i racconti troppo lunghi non sono adatti e blablabla… Ecco, io penso che siano stronzate. Scusate il francesismo e il poco adattamento al clima buonistico-natalizio, ma io, in questo periodo, sono ancora meno disposta a sopportare ogni forma di ipocrisia e ignoranza.
La storia della sintesi che, credetemi, per chi lavora in pubblicità è la storia di una vita, ha un senso se si parla di web in senso lato, di web finalizzato alla promozione di un prodotto: Esponi tutto in poche righe e convinci all’acquisto.
Quando si tratta di racconti è solo una di quelle scemenze che uno ha detto e tanti pecoroni lì dietro a ripetere, come se fosse Verbo. Quando si tratta di racconti, se sei uno abituato a leggere, se hai voglia di scoprire mondi e stili nuovi, allora li leggi eccome. Se non ne hai voglia è un’altra storia. Mi verrebbe allora, da domandarti: Che ci fai col tuo blog? due chiacchiere? Ma bello mio/bella mia va fuori, allora, ché dà tanto più gusto chiacchierare con la gente guardandola negli occhi.

Anche questa volta i racconti sono tre. Belli. Intensi.

Il ritorno, Annalisa Ferrari
Ines, Massimo De Nardo
Sembravano matti lì inginocchiati per terra, Stefano Sgambati

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