GLI ALTRI CASSETTI

domenica 18 maggio 2008

Randagi, il tempo, e altro ancora.

È on line il settimo numero di Randagi. Quando ho dato il via a questa iniziativa non credevo di arrivare fin qui. Randagi raccoglie racconti interessanti, diversi per tono, atmosfere, stile… A me piace immaginarlo come una sequenza di sensazioni. Le metto in fila e le scompongo. Rileggendo mi sono accorta che, quasi senza volerlo, i racconti si integrano fra loro. Si raccolgono da sé in un contesto di pensieri che va oltre lo scrittore. Oltre la scrittura, anche. Vivono a prescindere dal resto. Randagi, appunto. Ringrazio chi ha inviato e continua a inviare racconti, chi li ha letto e li leggerà.

I contributi di questo settimo numero [file pdf, 408 kb] vengono da:
Marco Bertollini – Pura Vita
Milvia Comastri – Stella
Elys (+) - Amami

Ci sono cose interessanti in giro. Mi piace, ad esempio, l’iniziativa di Sabrina Campolongo, Francesca Mazzucato e Barbara Gozzi: Declinate al femminile.
Leggo, da Barbara Garlaschelli, questa frase che condivido: “Siccome dalla storia dovremmo imparare (cosa che non accade praticamente mai) e, soprattutto, la storia oltre che conoscerla, NON dovremmo scordarla…”
Poi, una segnalazione che avrei voluto fare già da qualche tempo: un urlo, una poesia di Cristina Bove che un po’, in questo periodo, esprime un mio stato d’animo. E un’altra sua poesia che traggo – scusandomi per non aver chiesto il consenso – dal suo libro Fiori e Fulmini”.

E se…
E se fossi già morta?
Se varcata la soglia temporale
di coordinate quantiche
per un dolore che non potei reggere
fossi costretta a fingere
d’essere viva in questa
dimensione?
E tutti i miei frammenti
all'infinito
come specchi frantumi
di un intero
saltassero negli atomi
da questo a un universo
parallelo?