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sabato 26 aprile 2008

The V-day after


Non ho mai ritenuto Beppe Grillo un guru, tuttavia non posso non condividere lo spirito di questo secondo V-day e, soprattutto, non posso condividere il tentativo di appiattimento delle idee che si evince da articoli come quello di Francesco Merlo, su Repubblica.
Non si tratta di Beppe Grillo, non è lui il problema. Il problema sono gli italiani che non pensano. Sono la maggioranza. Sono accanto a noi. Siamo noi.
Siamo noi che non ci ritagliamo mai il ruolo di asta e continuiamo a sventolare pensieri indotti. Tricolore smosso dal vento. Tricolore prostituito alla forza mediatica veicolata e veicolante.
Dimentichiamo. Dimentichiamo in fretta. Leggiamo “Spingendo la notte più in là” e per qualche ora ci troviamo proiettati in un ieri tanto vicino che, pure, già non fa più parte dell’oggi. Ci vergogniamo? No ci limitiamo a commentare il libro. Wow!
Viviamo e pensiamo secondo ritmi scanditi dalla stampa e dalla televisione guidata dalla politica più becera. Dimentichiamo, non colleghiamo, non riflettiamo…
Ha ragione Beppe Grillo: di questo giornalismo non sappiamo che farcene.
Ha ragione
Marco Travaglio: non è il concetto di ordine giornalistico che è sbagliato, è l’uso che se ne è fatto. Anzi il non uso.